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Architettura

Le Poste di via Marmorata

Razionalismo a Teastaccio
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La realizzazione dell’ufficio postale di via Marmorata era compreso nel piano di sviluppo dell’Urbe, quegli interventi cioè che miravano al decentramento di alcuni servizi in zone al di fuori del centro storico. Come questo in zona Ostiense, ne facevano parte anche gli uffici postali di Viale Mazzini, Via Taranto e Piazza Bologna.

Nel 1932 fu bandito un concorso dal Ministero delle comunicazioni per la realizzazione dell’edificio in via Marmorata vinto dall’architetto Adalberto Libera. In realtà il progetto portava anche la firma di Mario De Renzi coautore degli altri progetti per gli edifici postali, il bando però prevedeva la firma ufficiale di un solo progettista, per questo motivo spesso De Renzi non viene citato. Rivendichiamone anche qui la comproprietà!

 

L’edificio, adiacente al complesso monumentale di Porta San Paolo e la Piramide Cestia venne realizzato tra il 1933 e il 1935. E’ considerato dalla storiografia dell’architettura un modello del razionalismo a Roma.

Visto in pianta ha una forma molto semplice e squadrata, è una C, un edificio a corte dimezzata. Si presenta su un’ampia gradinata, come un pronao che dialoga con il contesto. Orientato volutamente a mezzogiorno, la disposizione del complesso è simmetrica e il disegno è basato su rapporti geometrici e proporzioni auree. L’edificio è composto da tre piani per uffici, il corpo centarle è a doppia altezza per la distribuzione e lo smistamento della posta, evidenziato sul prospetto posteriore dalla fitta griglia di bucature quadrate, motivo ripreso dai colombari romani. I corpi laterali terminano con un motivo di nastri e linee diagonali che ne caratterizzano il prospetto principale denunciando la presenza dei corpi scala. Il corpo centrale più basso avanza verso l’esterno con un tamburo di forma ellissoidale in vetro cemento mentre un prolungato portico architettonicamente autonomo lega i corpi di fabbrica chiudendo la corte quadrata intorno cui è impostata l’intera composizione, determinando così una zona filtro tra interno del salone e l’esterno e un fronte unitario che si espande sui lati.

Al piano terreno sono localizzati i servizi postali, al piano primo nelle ali laterali sono ubicati gli uffici mentre un grande salone degli apparati telegrafici è ricavato nella parte centrale. Tutto l’edificio è rivestito con marmo liscio bianco, come la tradizione romana e razionalista vogliono, tranne che nella parte del portico dove il marmo assume un diverso colore, più scuro.

La caratteristica principale nella progettazione dei due architetti è stata quella di coniugare la modernità con la tradizione: il prospetto principale su Via Marmorata, nuovo e dinamico, a dispetto del prospetto retrostante, più statico e classico. Anche Le Corbusier era dello stesso avviso, descrivendo così la realizzazione di Libera e De Renzi: «l’ufficio postale di Testaccio è romano, ma carico di formalismo moderno».